Dove (non) è finita la FIK?

Tristi presagi funestavano l’aria, tutto era ormai irrimediabilmente perduto, la comunità, affranta, era incapace di reagire al cumulo di avversità che le si erano rigettate contro...

ed ancora, come se non bastasse tutto questo, i pochi superstiti invece di affidare le loro sorti agli eroi invincibili che avevano fatto parte della grandezza del passato, essendo stati assisi alla Tavola Rotonda, avevano preferito, nella maggior parte, l’ottanta per cento, rivolgersi ad un perfetto sconosciuto, uno scudiero che non aveva mai ricevuto l’investitura, un Parsifal trovato all’ultimo istante per salvare l’onore della Regina. 

Ma in un’accozzaglia di mangiatori di lenticchie che senso ha parlare di onore, di cuore, di coraggio, di sentimenti??? Essi sono appannaggio solo degli Eroi e se i villani non possono capire le loro esigenze... beh che seguano il loro destino, ineluttabile, di miseria, dove la fine è certa, sicura, scontata, perché gli Eroi alzano le mani, non per arrendersi, sia chiaro, ma per non sporcarsi del lordume che gli altri, TUTTI gli altri producono. 

Basterà poco tempo perché ogni pietra del castello sia divelta per diventare trofeo da esporre nelle capanne dei villici, perché ogni ordine e grado sia sovvertito, perché il Kaos regni sovrano, rendendo ingovernabile la nave che è destinata all’inevitabile naufragio. 

Alt.... stop..... rewind, riavvolgiamo il nastro e ricominciamo tutto; forse, in qualche stringa temporale diversa le cose potrebbero essere andate in questo modo, o in centinaia di altri, ma qui, nella nostra realtà, oggettiva e tangibile, questo oscuro scenario post atomico è quanto di più lontano possa esserci. 

La realtà dei fatti, la nostra bella realtà della FIK, Federazione Italiana Karate, è quella di essere un’organizzazione solida e vitalissima, capace di portare in gara più di 1400 atleti in un colpo solo, celebrare i suoi Campionati Italiani e la sua Coppa Italia in un palazzetto gremito, con otto aree di gara, quattro delle quali fornite di telecamere e moviola per la prova video sui punti contestati, 50 circa tra arbitri e presidenti di giuria, un servizio d’ordine efficientissimo a cura del Comitato Regionale Toscano che ha curato tutta la gara. Categorie di gara numerose ed agguerrite che si sono alternate su tutti e 8 i tatami in maniera serrata e senza pausa, i tatami hanno lavorato sempre intercambiando gli udg in maniera che non ci fossero tempi morti. 

Due giorni, l’11 e il 12 marzo 2017 a Montecatini Terme, di emozioni, di sport, di amicizia, di abbracci e pacche sulle spalle per tutti coloro che hanno voluto vivere questo senso di inclusione, i ragazzi delle varie regioni e dei vari comitati che si mescolavano tra loro grazie anche alla loro capacità di integrazione e sintonia anagrafica. 

In sala di regia, in maniera discreta e gentile come il suo solito, il Presidente Dott. Riccardo Mosco, che, in perfetta linea col suo grande predecessore, non si mette mai in mostra, non “impone” la sua presenza, non prende atteggiamenti plateali, ma ascolta tutti i quesiti che gli vengono posti, affronta tutte le situazioni che si pongono in atto e cerca la soluzione migliore. 

Vicino a lui i molti, tanti, tantissimi, che hanno scelto di rimanere per continuare a vivere un grande sogno, in cui tutti insieme si crede, e si procede perche questo sogno, come già tanti possa poi realizzarsi compiutamente. 

Si diceva che molti, la famosa maggioranza, stanno condividendo perché già presenti in questa grande federazione, ma molti altri stanno condividendo ora, sposando ex novo la causa FIK perché anche loro stanno credendo in questo sogno, perché a tutti noi piace vivere e realizzare sogni, agli altri lasciamo volentieri l’oscurità e gli incubi... 

Fabio Tomei