2° Seminario Nazionale di Okinawa Karate-Do

18 Aprile 2021, On-line

In allegato il comunicato relativo al 2° Seminario Nazionale di Okinawa Karate-Do, che si svolgerà domenica 18 aprile 2021 in modalità a distanza. Il seminario verterà sulla presentazione e sullo studio dei seguenti tre stili di Okinawa: Shorin Ryu Kyudokan Higa Te, Okinawa Goju Ryu, Uechi Ryu Okikukai.

Comunicato 2° Seminario Nazionale di Okinawa Karate-Do

Domenica 18 aprile 2021 si è svolto, con modalità a distanza, il 2° Seminario Nazionale di Okinawa Karate-Do che ha visto la collaborazione di tre referenti di stile, il M° Silvia Massarotti per lo Shorin ryu Kyudokan Higa Te, il M° Giovanni Di Meglio per l’Okinawa Goju ryu e il M° Fulvio Zilioli per lo stile Uechi ryu Okikukai, che svolgono un ruolo importante all’interno del Progetto F.I.K., nato nel 2019, per diffondere e promuovere gli aspetti fondamentali degli stili del Karate-Do di Okinawa.

Il primo intervento è stato diretto dal M° Silvia Massarotti che ha illustrato alcuni principi fondamentali alla base delle Scuola Shorin ryu Kyudokan Higa Te.

La scuola di Karate Shorin ryu Kyudokan Higa te è una Scuola tradizionale riconosciuta in tutto il mondo, per la storia, i trascorsi temporali e per la tradizione tramandata attraverso i secoli. Il Karate-Do Kyudokan Higa Te, fondato dal maestro Yuchoku Higa, fra i 10° dan più famosi al mondo, trae le sue origini dalla antica Scuola Shorin ossia dallo Shuri-te (mano di Shuri). La Famiglia Higa, appartenendo alla classe Samurai, poté tramandare di padre in figlio e di generazione in generazione la disciplina dell’Okinawa Te permettendo che giungesse fino ai nostri giorni, grazie alla guida del Direttore mondiale Sensei Oscar Masato Higa, 10° Dan Hanshi. Dal 2001 il M° Massarotti, cintura nera 5° Dan, è allieva diretta del Sensei Oscar Higa e Responsabile Kyudokan Higa Te per la Regione Veneto. Durante la lezione il M° Massarotti ha fatto una breve descrizione dei principi fondamentali della Scuola ponendo l’attenzione sul principio di “Mi o Mamoru”, il principio di difendere, proteggere, coprire o chiudere il corpo basato sull’istinto di conservazione dell’essere umano. Mediante l’uso dei gomiti in aderenza al corpo, si tenderà sempre a chiudere e non lasciare scoperte le nostre zone vulnerabili. In relazione a tale principio è stato spiegato, in breve anche il principio di “Hara Ki”, il principio dello sviluppo dell’energia che nasce nell’Hara (tanden), mediante la pratica costante e sistematica. Nella Scuola Kyudokan Higa Te in qualsiasi gesto tecnico sarà il corpo che, attraverso “Hara”, comanderà l’azione. Infine è stato fatto un breve accenno anche al principio di “Yin e Yang”: principio taoista che simboleggia l’equilibrio armonico degli opposti. Nella pratica Kyudokan Higa Te il principio suddetto si concretizza nel manifestare morbidezza ed esplosività, lentezza e velocità, azione e non azione etc… Per spiegare l’applicazione di questi principi il M° Massarotti ha mostrato ed eseguito, insieme a tutti i partecipanti, un Kihon relativo alle quattro parate base (Chudan age uke, Chudan uchi uke, Chudan soto uke e Gedan barai).

Il secondo intervento è stato condotto dal M° Giovanni di Meglio che ha illustrato alcune caratteristiche fondamentali dello stile Okinawa Goju ryu.

L'Okinawa Goju Ryu Karate è uno stile che ha contagiato ed ispirato correnti tradizionali e moderne, nuove interpretazioni dentro e fuori dall'arte marziale, basti pensare al nome del suo fondatore Chojun Miyagi, nome (Miyagi) che viene non a caso prestato al maestro nel famoso film "Karate Kid", ma che affonda le sue origini in quell'isola dove tutto è nato. Questo stile di derivanza cinese è stato presentato al seminario on-line da Giovanni Di Meglio Shihan, 7° Dan Kyoshi, new entry tra le fila dei prestigiosi tecnici della Federazione Italiana Karate nonché neo-eletto Presidente del Comitato Regionale Friuli Venezia Giulia. Durante la sua classe, il tecnico ha regalato una finestra d'osservazione su quello che gli è stato tramandato dal suo Maestro, Ron Yamanaka Shihan, allievo diretto del successore di Chojun Miyagi, Eiichi Miyazato della scuola Jundokan. Shihan Di Meglio ha espresso ciò che già dal nome stesso dello stile "Duro-Morbido" si può intuire, ossia la capacità duttile a cui il praticante è allenato. Infatti attraverso esercizi di coppia, (kakie), si inizia a comprendere la cedevolezza (principio Ju) ed i principi del tai-sabaki, pertanto ad usare le forze generate dall'avversario per contrattaccare con veemenza (principio Go) ed energia non soltanto espressiva, ma concreta ed efficace. È stato presentato una parte del kata Shisochin che come caratteristica prevede l'uso delle tecniche a mano aperta con relative applicazioni (Bunkai). Qui ancora una volta le peculiarità dell'Okinawa Goju Ryu sono state messe in evidenza: la potenza derivante dall'uso delle tecniche e movimenti circolari, il lavoro dell'anca per arpionare a terra le posizioni finali, nonché la varietà delle applicazioni. Quest'ultima a sottolineare quale controllo e conoscenza ci sia di ogni movimento, che, mai banale o fine a sé stesso, viene effettuato per uno scopo. L’Okinawa Goju Ryu è uno stile dove la biomeccanica del movimento e la conoscenza intima dello stesso si sposano con la dinamicità dei movimenti circolari e morbidi nonché con la precisione e potenza di quell'arma che può essere il nostro corpo, diventando così Arte.

Il terzo intervento del webinar ha visto come protagonista il M° Fulvio Zilioli che ha illustrato alcune tecniche peculiari della Scuola Uechi ryu Okikukai.

Il Karate Uechi ryu affonda le sue radici in antiche discipline marziali cinesi, in particolare della Cina del sud. Tale disciplina venne tramandata di padre in figlio. Kanbun Uechi soggiornò in Cina per circa 13 anni apprendendo le arti marziali locali, in particolare sotto la guida dell’onorevole Maestro Zhu Zhi He, esperto in vari stili di combattimento tra cui l’arte del palmo d’acciaio e lo stile dei 5 animali. Tornato in Giappone insegnò quanto imparato al figlio Kanei Uechi che, dopo la morte del padre tornò ad Okinawa dove ampliò lo stile e lo ufficializzò chiamandolo con il nome di famiglia “Uechi ryu”. In origine questa disciplina era conosciuta a Okinawa come “Pangai-noon-tode jutsu”, che secondo il dialetto okinawense significava “Arte marziale metà dura e metà morbida”. Nel 2003, dopo aver appreso il Karate Uechi Ryu a Okinawa, sotto la guida del Sensei Shintoku Takara e di altri Maestri della Okikukai (Okinawa Karate Association) tra cui il Sensei Nakahodo, il M° Zilioli portò questa disciplina in Italia, iniziando il suo insegnamento a Milano. Durante la lezione il M° Zilioli, 6° Dan Renshi,ha posto l’attenzione in particolare sul Kata Kanshiwa e sul Kata Sanchin, quest’ultimo nella versione tipica del Karate Uechi ryu a mani aperte. Successivamente, con l’ausilio di un allievo, ha eseguito una dimostrazione di un “Sanchin shime”, un esercizio atto a testare il radicamento, la compattezza e soprattutto che la respirazione sia centrata nel basso addome o “Hara”. Nell’eseguire il Kata “Sanchin” l’inspirazione è impercettibile e silenziosa, mentre l’espirazione è rumorosa ma secca poiché la tecnica è eseguita in modo rapido e veloce. Per spiegare il concetto di “Hara”, inteso non come un concetto astratto ma come un vero e proprio processo fisiologico da sviluppare con la pratica, il M° Zilioli ha concluso il suo intervento mostrando alcuni semplici esercizi di respirazione per fortificare il basso addome.

Un caloroso ringraziamento da parte della dirigenza FIK ai tre prestigiosi responsabili di stile per la loro disponibilità e professionalità nella realizzazione di questo evento. Nonostante le limitate possibilità, legate alla modalità on-line, hanno saputo regalare a tutti i partecipanti un intenso momento di ampie conoscenze ed un’esperienza importante che siamo sicuri abbia stuzzicato la curiosità di tutti e la voglia di approfondire le tematiche tecniche di questi importanti stili tradizionali di Okinawa. Con la speranza di poter realizzare presto altri incontri in presenza ringraziamo tutti i partecipanti per l’attenzione e l’interesse dimostrati.